La vera innovazione è quando crei soluzioni che stimolano le potenzialità di chi è in difficoltà. Questo presupposto ha guidato le nostre curatrici nella realizzazione dei quaderni EMI.
I materiali della Linea EMI nascono dalle nuove ricerche scientifiche delle neuroscienze e dal dibattito da esse stimolato tra la Psicologa e Pedagogista Marisa Bono, la Logopedista Elena Correggio e la Psicomotricista Ilaria Vanini.
Ma soprattutto sono il frutto della convinzione che una metodologia didattica adeguata possa essere un potente mezzo di prevenzione.
Quali sono i riferimenti teorici che hanno guidato il lavoro delle tre curatrici?
Sono molteplici e chiamano all’appello teorie capaci di coinvolgere più aspetti. Ad esempio le righe colorate dei quaderni prendono spunto dalle ricerche condotte a Parigi presso l’INSERM-CEA (Cognitive Neuroimaging Unit) diretto da Stanislas Dehaene e Caroline Huron, ricercatrice che si occupa di disprassia e fondatrice di “Le cartable fantastique”, associazione che propone materiali didattici.
L’utilizzo dei diversi colori serve a guidare il bambino nell’apprendimento dell’uso dello spazio/foglio/righe, ma la loro efficacia è data dal fatto che sono proposte attraverso giochi e attività motorie che coinvolgono tutto il corpo e propongono sequenze di coordinazione via via più complesse.
Anche l’apprendimento del corsivo può essere facilitato?
Il corsivo è un po’ uno spauracchio per i disgrafici e nella Linea EMI è stato affrontato riferendosi al modello del “Corsivo dalla a alla z” proposto da Blason, Borean, Bravae e Zoia dell’Università di Trieste. Il modello in questione pone l’accento sulla cinematica della scrittura a mano, spiegata benissimo dalle parole delle autrici stesse:
È importante insegnare ai bambini a iniziare il movimento in un punto preciso e a rispettare la direzione del movimento. In particolare, si ponga attenzione ai movimenti circolari.
Secondo questo modello per insegnare il movimento della scrittura delle lettere è fondamentale tener presente i tre cardini della cinematica:
- punto di inizio e direzione del movimento
- continuità del movimento
- regolarità delle dimensioni e ritmicità dei movimenti
Le studiose per questo propongono di presentare le lettere proprio in base alle “famiglie” con caratteristiche cinematiche comuni.
Quali sono le altre teorie di riferimento?
La teoria dei neuroni a specchio che spiega l’importanza dell’aspetto motorio come base degli aspetti cognitivi.
E poi a conferma ulteriore la “Teoria dell’embodied cognition” secondo la quale tutti gli aspetti cognitivi sono plasmati dal sistema percettivo del corpo che si muove ed è in interazione con l’ambiente/contesto che lo circonda. Quindi l’apprendimento di concetti concreti o astratti sarà facilitato se si lavora coinvolgendo tutti i sensi.
Un altro importante riferimento è stato il metodo SaM che pone il focus sull’importanza dell’integrazione multimodale dei dati spaziali per la creazione di immagini mentali.