Nella Giornata internazionale delle famiglie vogliamo ricordare la centralità della famiglia per i bambini che hanno difficoltà nell’apprendimento e abbiamo fatto il punto su molti degli aspetti in cui i genitori possono veramente fare la differenza.
Osservare e riconoscere
Nel quotidiano i genitori, ma anche i nonni o i fratelli più grandi, aiutano i bambini nei compiti, soprattutto nei primi anni delle scuole elementari quando ancora deve essere conquistata una certa autonomia. Questi sono anni importanti, delicati e altamente formativi. Per questo è importante che la famiglia si metta a disposizione del bambino e sia pronta ad osservare, con consapevolezza, eventuali “campanelli di allarme”. Ricordiamo infatti, che riconoscere e accettare che il proprio figlio possa avere delle difficoltà nell’apprendimento è il primo passo per aiutarlo.
Informarsi e fare rete
Conoscere i Disturbi Specifici dell’Apprendimento è importante perché l’inclusione inizia in famiglia. Quindi è importante cercare informazioni e magari fare network entrando in associazioni o gruppi dedicati ai DSA. Infatti, può essere di grande aiuto confrontarsi con altre famiglie che si trovano a vivere situazioni simili.
Comunicare e ascoltare
Quando si parla di dialogo in questo caso si pensa soprattutto a quello con gli insegnanti che è certamente importante, ma non deve essere l’unico.
Certamente la famiglia deve comunicare sempre con gli insegnanti e coordinarsi al fine di partecipare in modo efficace alle strategie di aiuto volte ad incrementare l’apprendimento del bambino.
Ma prima di tutto è fondamentale tenere aperto il canale di comunicazione con il bambino ed essere in grado di ascoltarlo e accogliere le sue difficoltà, ricordandosi che le punizioni o le sessioni interminabili di esercizi non sono d’aiuto e anzi possono peggiorare – soprattutto a livello psicologico – la situazione.
Supportare e incoraggiare con amore
La famiglia ha un superpotere: l’amore incondizionato. Ci si deve ricordare che questo è il più grande motore e può aiutare il bambino a percorrere grandi distanze nel suo apprendimento.