Un adeguato percorso di crescita può supportare gli studenti che si sentono sopraffatti e affaticati da un ambiente che a volte non è inclusivo.
Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione resi noti a luglio 2022, in riferimento all’anno scolastico 2020/2021, la dislessia è il Disturbo Specifico dell’Apprendimento più frequente. Rappresenta infatti il 37,8% delle diagnosi totali, pari al 2,8% di tutti studenti italiani in età scolare. La dislessia, sulla base delle evidenze di psicologi e professionisti del settore scolastico, influisce sia sull’apprendimento sia sulla sfera emotiva con disagi che, se non visti e trattati tempestivamente, possono perdurare anche in età adulta.
La situazione
L’ambiente scolastico ha un impatto significativo sugli studenti, in particolare sugli alunni diagnosticati DSA.
A livello didattico, la legge 179/2010 disciplina l’utilizzo di strumenti compensativi e la definizione del Piano Didattico Personalizzato (PDP) senza però alcun riferimento al supporto emotivo.
Risulta quindi sempre più importante, soprattutto a seguito della pandemia, tutelare il benessere psicologico degli studenti.
Le difficoltà
Problemi di autostima, demoralizzazione, livelli di ansia alti rispetto ai coetanei, stress persistente che si manifesta nelle numerose attività svolte durante la giornata sono solo alcuni dei sintomi più comuni di alcuni studenti dislessici. Spesso questi bambini si sentono diversi rispetto ai compagni e in alcuni casi addirittura rifiutati, con ripercussioni negative sulla sfera emotiva e della socialità. L’insieme di queste condizioni, unito a difficoltà tecnico-pratiche in ambito didattico, può costringerli ad isolarsi o ad adottare comportamenti schivi, talvolta aggressivi.
Altri risvolti non incidono direttamente con il gruppo-scuola ma hanno un influenza sull’apprendimento: perdita di concentrazione, disinteresse, rendimento carente e, in età più adulta, abbandono degli studi.
In ognuno di questi casi si rischia che la scuola diventi un ambiente da evitare e a cui si associano sentimenti tristi e/o negativi.
Cosa fare
Famiglia e insegnanti hanno un ruolo fondamentale nell’individuazione di eventuali Disturbi Specifici dell’Apprendimento e nel loro trattamento: entrambi possono supportare sia a livello didattico – ad esempio la famiglia può aiutare nella fase dei compiti – sia a livello emotivo.
In alcune situazioni può tornare utile coinvolgere uno psicologo per un intervento terapeutico mirato, utile per approfondire le difficoltà internalizzanti – come i disturbi dell’umore – per trattarle adeguatamente e fornire soluzioni per affrontarle nella migliore maniera possibile.
A livello generale è utile favorire l’inclusività in ogni aspetto della vita a scuola, dalle attività proposte sino al materiale scolastico adottato, ascoltando e analizzando costantemente i bisogni di tutti, specialmente di chi si trova più in difficoltà.