Studiare utilizzando le mappe concettuali è sempre più frequente tra gli alunni di tutte le fasce di età: c’è chi inizia ad utilizzarle alla scuola primaria e chi non le abbandona più nemmeno all’università. Per molti si tratta di uno strumento didattico utile e comodo, ampiamente promosso anche dagli insegnanti per favorire l’apprendimento e renderlo più piacevole.
Personalizzare il metodo di studio, adattandolo alle esigenze e necessità degli alunni, è un ottimo modo per favorire l’organizzazione delle informazioni trasmesse dai libri di testo e dagli insegnanti. Per gli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento le mappe concettuali si rivelano spesso uno strumento essenziale, utilizzato sia per semplificare l’apprendimento scolastico sia per influire positivamente sull’autostima e sulla valorizzazione emotiva dello studente.
Un metodo di studio alternativo ed efficace
La legge 170/2010, oltre a riconoscere la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), disciplina anche l’utilizzo degli strumenti compensativi e del Piano Didattico Personalizzato (PDP) per ciascuno studente diagnosticato. All’interno di questi materiali dispensativi, possono essere previste anche le mappe concettuali. Infatti, se utilizzate con l’obiettivo di individualizzare e personalizzare al meglio la didattica di ciascuno studente diagnosticato DSA, giocano un ruolo fondamentale nelle diverse fasi dell’apprendimento:
- durante la selezione delle informazioni lette e/o spiegate dall’insegnante, favorendo l’individuazione immediata dei concetti più importanti
- durante la memorizzazione delle parole chiave, stimolando anche la capacità di collegare gli argomenti tra loro
- durante la fase di recupero e rielaborazione delle informazioni, sia nel breve sia nel medio periodo.
La mappa concettuale “perfetta”
Non esiste un’unica strategia e un unico metodo di creare le mappe concettuali, che possono variare di struttura a seconda delle materie e degli argomenti trattati, delle esigenze di apprendimento e talvolta delle necessità di ciascuno studente. Ci sono però alcuni accorgimenti da tenere in considerazione per creare uno strumento realmente utile ed efficace:
- mantenere per tutta la mappa una sequenzialità logica e temporale (quando possibile) per evitare di confondere le idee o ridurre i singoli argomenti ad informazioni estemporanee le une dalle altre
- evitare lunghi periodi a favore di brevissime frasi (massimo 4/5 parole) o parole chiave che riassumano immediatamente il concetto da trasmettere
- lavorare con segni visivi che favoriscono la connessione: ad esempio le frecce sono sufficienti per far capire che si passa da un argomento all’altro, la lampadina può significare che il concetto è tra i più importanti da ricordare oppure è fondamentale per il risvolto dell’argomento trattato
- scegliere colori vivaci e ben visibili, evitando sfumature troppo simili tra loro. All’evenienza si può anche creare una legenda a parte per differenziare l’abbinamento specifico di ciascun colore: giallo abbinato alla data, blu abbinato al nome del personaggio, verde abbinato al luogo ecc.
Quando la mappa concettuale viene creata digitalmente, si possono anche inserire immagini e grassetti che favoriscono ulteriormente la leggibilità è la fruibilità delle informazioni: ne parliamo in un altro articolo del nostro blog Software compensativi: la tecnologia a sostegno degli alunni con Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Ricordiamo anche di scegliere un font lineare e di facile lettura tra i caratteri ad alta visibilità più utilizzati.
I risvolti positivi sul lato psicologico
Come approfondito in un altro argomento del nostro blog, la componente emotiva è da tenere in considerazione quando si tratta di studenti con diagnosi da Disturbi Specifici dell’Apprendimento, a volte soggetti a sviluppare problemi di autostima e forti livelli di ansia. Di fronte a queste problematiche si può quindi considerare di integrare nel piano di studi l’utilizzo di mappe concettuali per facilitare sia l’apprendimento in classe sia la fase dei compiti a casa. I risultati saranno evidenti sin da subito e renderanno lo studente più sicuro di sé, meno frustrato e probabilmente anche più coinvolto in classe.