Inclusività scolastica degli studenti con ADHD

Bambini a scuola con ADHD

L’ADHD (acronomico di Attention Decificit Hyperactivity Disorder) è il deficit dell’attenzione e dell’iperattività, un disturbo del neurosviluppo abbastanza diffuso tra i bambini che influenza la vita quotidiana e si ripercuote anche nel contesto scolastico.

Secondo le stime più recenti, citate in un rapporto de Il Sole 24 ore, in Italia il 3% degli studenti in età scolare è diagnosticato ADHD: si parla di circa 68mila bambini e ragazzi di età compresa tra i 5 e i 17 anni.

I “campanelli d’allarme” da osservare

Attenzione, iperattività e impulsività: tre parole chiave da tenere a mente quando si parla di ADHD e specialmente quando se ne ricercano i sintomi.

Deficit dell’attenzione

Si manifesta con la difficoltà, più o meno accentuata, di mantenere l’attenzione prolungata sull’azione che si sta svolgendo o sul compito che è stato assegnato. Può manifestarsi con azioni apparentemente innocue, che spesso coinvolgono tutti i bambini, ma che prolungate dimostrano sintomi di deficit dell’attenzione: perdere oggetti, apparire distratti, evitare attività che richiedono uno sforzo eccessivo, commettere ripetutamente errori di distrazione durante le attività scolastiche.

Iperattività

I bambini, pur essendo tutti diversi gli uni dagli altri, sono dinamici e vivaci, amano muoversi e curiosare per scoprire il mondo. La vivacità si trasforma da indice “di sviluppo sano” a “sospetto” quando si abbina ad altri segnali tipici dell’iperattività: mani e piedi costantemente in movimento, difficoltà estrema a restare seduto per un tempo prolungato, incapacità di dedicarsi ad attività specifiche – anche giochi – in modo tranquillo e spensierato.

Impulsività

Oltre all’impazienza persistente, per cui si tende a passare da un’attività all’altra senza completarne nessuna, si percepisce l’enorme difficoltà di aspettare o l’incapacità di inibire comportamenti inadeguati. Anticipare le risposte o le frasi dell’interlocutore con cui sta parlando, interrompere gli altri, intromettersi nelle conversazioni o nei giochi sono esempi tipici che si manifestano nella vita di tutti i giorni.

Le difficoltà a scuola

Gli studenti con ADHD hanno difficoltà a gestire le situazioni particolarmente rigide, così come le strutture troppo inquadrate: è quindi comprensibile che, specialmente nella fase iniziale del percorso scolastico, siano a disagio nel rispettare le regole imposte. Le lezioni “frontali” rappresentano uno scoglio per la comprensione e l’apprendimento, poiché richiedono un livello di concentrazione attiva e prolungata nel tempo.
Le difficoltà si manifestano anche nell’organizzazione e nella pianificazione: ordinare quaderni e libri, mantenerli aggiornati, compilare il diario, organizzare il tempo a disposizione per prepararsi ad una verifica sono tutte attività che si apprendono, ma che inizialmente possono essere di difficile “assimilazione”.

Consigli per migliorare e ottimizzare il tempo a scuola

Attraverso qualche strategia si possono supportare attivamente gli studenti nelle loro attività scolastiche quotidiane. Ecco qualche esempio:

  • Prevedere delle pause tra un’attività e l’altra, preferendo spiegazioni chiare e concise
  • Ridurre al minimo le distrazioni presenti in aula e sul banco
  • Utilizzare il materiale scolastico strettamente necessario per stimolare il senso di organizzazione (in questi casi i nostri blocchi di ricambio con le righe evidenziate si rivelano estremamente indicati)
  • Proporre lavori di gruppo per attivare il processo di apprendimento favorendo anche la concentrazione
  • Introdurre del materiale didattico interattivo che possa rendere l’esperienza di apprendimento più piacevole e apparentemente meno impegnativa: immagini, video mappe, quaderni ed eserciziari della Linea Emi per supportare le fasi di scrittura e di calcolo, etc.

Cosa dice la normativa

Il ruolo fondamentale degli insegnanti che, giorno dopo giorno, supportano i propri studenti con ADHD è regolato dalla direttiva italiana sui BES 27/12/2012 «Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione». Come spiegato anche in un altro articolo del nostro blog, con la sigla BES si indicano i Bisogni Educativi Speciali messi in atto a fronte di difficoltà o disturbi, come nel caso del deficit dell’attenzione e dell’iperattività.