La Festa della Donna

Festa della donna

A scuola la Giornata Internazionale della Donna deve essere celebrata ricordando le conquiste sociali, economiche, culturali e politiche delle donne, ma anche riflettendo su quelle aree in cui è ancora necessario agire per realizzare l’uguaglianza.
La parità di genere è il risultato dell’educazione che si riceve a casa e a scuola.

Il vero significato della Festa della Donna: ripercorriamo insieme la storia

La Festa della Donna ha la funzione di ricordare, anno dopo anno, quello che è stato fatto nei secoli dalle donne di ogni tempo e luogo, le tappe raggiunte e le figure protagoniste di un processo tuttora in piena evoluzione.
Partiamo da una precisazione: il tragico rogo della fabbrica Triangle a New York del 25 marzo 1911 dove morirono 146 operai, tra cui 123 donne, è erroneamente considerato all’origine della Festa della Donna.
Infatti, l’idea di questa celebrazione risale al Congresso delle donne di Copenaghen del 1910 quando le socialiste americane proposero di celebrare il sesso femminile con una giornata dedicata al tema della lotta e dell’emancipazione, sulla scia di un Woman’s Day tenutosi l’anno precedente negli USA il 28 febbraio.
In quel periodo le piazze di tutto il mondo erano lo scenario scelto dalle donne che chiedevano, uno sciopero dopo l’altro, la parità dei diritti e il suffragio universale. Il tragico incidente della fabbrica Triangle fa parte di un insieme di eventi mondiali che culminarono con la rivolta delle donne di San Pietroburgo l’8 marzo del 1917 per la fine del primo conflitto mondiale. Questa rivolta innescò la Rivoluzione russa di febbraio che portò poi al crollo dello zarismo.
Per questo nel 1921, l’8 marzo divenne dapprima la Giornata mondiale dell’operaia e in seguito questa data fu scelta da diversi Stati per celebrare simbolicamente la Festa della Donna.

Ridare significato alla festa partendo dalle mimosa

Mimose, sconti e auguri privi di significato hanno col tempo privato questa Festa del suo significato più profondo. La scuola è il posto ideale per restituirglielo, ecco allora che si dovrebbe partire dalla storia e spiegare il perché della mimosa.
Questo fiore è diventato il simbolo della Festa della Donna nel 1946 per iniziativa della parlamentare Teresa Mattei che ha proposto proprio la mimosa per la sua capacità di sbocciare in ambienti difficili, continuando a crescere nella sua particolare bellezza. Il suo significato più profondo è quello di forza e femminilità e questo dovrebbe essere raccontato a scuola per ridare significato all’omaggio e alla giornata stessa.

La parità di genere e la scuola inclusiva

Oltre a questa giornata, la parità di genere si costruisce ogni giorno con l’educazione a casa e a scuola.
Ecco che la classe allora, può diventare il luogo migliore per insegnare a pensare e smontare stereotipi che purtroppo, secondo una recente indagine Istat, sono ancora molto presenti nella popolazione.
Tra i più comuni ci sono: “per l’uomo, più che per la donna, è molto importante avere successo nel lavoro” (32,5%), “gli uomini sono meno adatti a occuparsi delle faccende domestiche” (31,5%), “è l’uomo a dover provvedere alle necessità economiche della famiglia” (27,9%).
Ecco quindi che diventa ancora importante spiegare che la casa e i figli sono responsabilità al 50% del padre quanto della madre. Come? A partire dalla scelta delle parole perché la classe è il posto migliore per insegnare a scegliere quelle più giuste e fare attenzione al linguaggio.
A tal proposito, ricordiamo che l’articolo 14 della Convenzione di Istanbul – il trattato internazionale contro la violenza sulle donne e sulla violenza domestica sottoscritto anche dall’Italia nel 2011 – prevede di: “includere nei programmi scolastici di ogni ordine e grado dei materiali didattici su temi quali la parità tra i sessi, i ruoli di genere non stereotipati, il reciproco rispetto, la soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, la violenza contro le donne basata sul genere e il diritto all’integrità personale”.